
Questa lettura – spettacolo viene riproposta dopo una lunga serie di repliche che ne hanno decretato il successo. Ispirata al racconto Thérèse e Isabelle, della scrittrice francese Violette Leduc, nata nel 1907 in Francia. Scrittrice straordinaria e dallo stile singolare e visionario, ricco di immagini metaforiche di grande originalità poetica, non riconducibile ad alcuna corrente letteraria, ebbe una vita tormentata, piena di sofferenze angosciose, di odio, di emarginazione, di narcisismo e di solitudine. Figlia illegittima di una cameriera sedotta e abbandonata da un giovane e ricco borghese, Violette crebbe con una personalità sofferta, incline agli amori omosessuali, e con un rapporto impossibile con la madre. Soltanto il suo talento di scrittrice le permise di trovare un’identità, di riscattarsi liberamente nell’immaginario e di dare un senso alla sua vita, inteso come una rinascita all’insegna della legittimità e del consenso. Il racconto che vi proponiamo questa sera nasce da un’esperienza autobiografica dell’autrice, che all’età di quattordici anni conobbe in collegio una coetanea, Isabella, che le ispirò un’inattesa e bruciante passione. Isabella fu la rivelazione del piacere, la scoperta dell’altro, il ritorno alla dolcezza del ventre materno. L’impossibilità di consumare fino in fondo l’incontro a causa del perbenismo dell’epoca, portò l’autrice a rivivere incessantemente negli anni il ricordo di questa relazione, fino a scegliere di condividerlo con i suoi lettori. I primi tentativi di pubblicazione del racconto, che datano del 1955, si scontrarono con la spaventata indifferenza degli editori, e solo nel 1966 questa storia potè vedere la luce. Timida e pudica nella vita, Violette diveniva spregiudicata sulla pagina. Tra le prime trasgredì il tabù che interdiceva alle donne di parlare della propria sessualità, e proprio per questo i suoi contemporanei la relegarono ad un’immagine di comodo di figura eccentrica e provocatrice, travisando la reale portata del suo talento e relegandola nella nicchia della letteratura omosessuale.
La regia ha scelto la dimensione della lettura-spettacolo, un ibrido performativo che si presta molto bene alla resa delle emozioni che intessono il ritmo spasmodico della scrittura della Leduc. Il racconto viene letto per condividere con i lettori-spettatori la parola sofferta della scrittrice che non accetta la clandestinità e il senso di colpa, ma vuole essere voce dispiegata e limpida dell’esperienza umana: dalla lettura scaturiscono via via immagini musicali, sensoriali e fisiche che daranno corpo alla ricca compagine di metafore e di visioni che con il racconto prendono vita.
Interpretano lo spettacolo Valentina Palmieri e Lorenza Boccia.
La regia è di Francesca Migliore.
Vi aspettiamo l’11 gennaio alle 21 al Teatro dei 25, in Via Cesare Abba, 6 a Bologna. Ingresso 10 €. Posti limitati, è gradita la prenotazione al 3397746956 oppure teatrodellarabbia99@gmail.com