Io sono il vetro- Jackson Pollock tra teatro e realtà

TEATRO DELLA RABBIA

presenta

IO SONO IL VETRO

Raccontare Jackson Pollock

di Antonio Koch

Con Nicola Fabbri e Valentina Palmieri

Interpreti video: Giulio Valentino Bazzani, Guido Vittorio Bazzani,

Antonio Koch, Eleonora Buratti

Contributi audio Matteo de Angelis

Regia video Davide Savaidis

regia di Francesca Migliore

21,22, 23 giugno ore 21- Spazio99 Via Curiel 15/2 (BO)

Info e prenotazioni 339/7746956 teatrodellarabbia99@gmail.com

http://www.teatrodellarabbia.com

Secondo lo stile che ormai caratterizza da anni il Teatro della Rabbia, che ripercorre biografie di artisti che hanno cambiato la storia del Novecento attraverso frammenti di video, scene recitate e momenti di condivisione con il pubblico, in questo spettacolo ci proponiamo di raccontare la vita travagliata ed esplosiva di Jackson Pollock, esponente dell’Espressionismo Astratto.

Un talento sofferto che si è conquistato una fama internazionale con un corpus di opere che racchiude un’intera gamma espressiva, dal delicato lirismo alle immagini più impetuose, tutte evocate attraverso la tecnica del dripping di sua invenzione. Gli attori Nicola Fabbri e Valentina Palmieri, che impersonano Pollock e la moglie Lee Krasner, anch’essa pittrice, delineano attraverso la regia di Francesca Migliore il percorso dell’artista dai primi esperimenti fino all’apoteosi di un linguaggio di rottura che scardina la realtà della rappresentazione tradizionale, un percorso denso di dolore, accompagnato dall’alcolismo, dagli incubi, dal desiderio di fuga.

Il testo di Antonio Koch vuole rappresentare una visione disturbata del reale, la solitudine dello studio dell’artista, il caos creativo e l’impossibilità di trasmetterlo al mondo se non con l’aiuto della moglie, sua inquieta e tormentata sostenitrice, viaggiatrice e anima perennemente in fuga. Frammenti di video diretti da Davide Savaidis e interpretati da Giulio e Guido Bazzani, Antonio Koch, Eleonora Buratti penetrano nel silenzio di una vita di artista e ne illuiminano l’intensa volontà di svelarsi attraverso l’arte intesa come scoperta di sé.